Vento di Bolina

 

La musica usciva dal boccaporto e la borsa refrigerante piena di birre era al centro del pozzetto. Il vento toscano è sempre dolce nella stagione estiva, si rischia bonaccia e si devono aspettare le sei del pomeriggio per ritrovare qualche refolo, ma quella mattina il 32 piedi solcava l’acqua spinto da una brezza che sembrava spirare direttamente dai polmoni dei quattro amici.

Si conoscevano da una vita. In fuga, lasciata la comitiva, niente donne. Solo loro, birra, musica, sole e mare.

Manfredi penzolava le gambe fuori dalla murata, le braccia abbandonate sulla battagliola, una birra in mano. Hank Trunk manco a dirlo, svaccato nel pozzetto, la borsa refrigerante a portata di mano. Prezzola, predicava bene e razzolava male. Marietto al timone, era astemio, ma si ubriacava come gli altri.

Rotta isola d’Elba, che Marietto aveva una sorta di appuntamento nautico con delle amiche in rada a Porto Azzurro. E così le miglia scorrevano lisce tra bevute e ricordi di tutte le cazzate che avevano fatto insieme.

Il mare crea una particolare intimità, fa bene all’amicizia, vele gonfie, niente puzza ne rumori. Solo il vento, lo sciabordio dell’acqua e le loro cazzate. Insomma…totale relax.

Il pomeriggio entrano in rada, tender in acqua e recupero delle amiche a terra. Sono cinque, carine e simpatiche che solo Marietto sa dove le trova. Per la serata con le tipe hanno organizzato una cena in barca che Manfredi e Marietto cucinano da dei. Gli altri due mangiano da orchi e tutti bevono da maiali. Le tipe hanno portato il gelato e i biglietti d’invito in una discoteca, ma c’è ancora tempo e dopo cena Manfredi tira fuori la chitarra mentre Hank Trunk passa da una all’altra cercando di capire come svolta la serata.

 


La notte è appena iniziata e tutti sono già belli alticci. Una delle tipe mette su musica tecno e si mettono a ballare dove capita.

Manfredi è appena fuori dalla luce del pozzetto e guarda la scena, improvvisamente prende la macchina fotografica e spara:

“Ok, mi serve una modella”.

“Eccola!”. Cinguetta una bionda, abbronzata che sembra verniciata a coppale, con i tatuaggi che escono da ogni angolo del poco di stoffa bianca che ha addosso.

A prua la luce non arriva, è notte fonda, Manfredi assicura i polsi della bionda alle scotte del fiocco arrotolato allo strallo. Braccia in alto sopra la testa la tipa si abbandona ed inizia a ballare occhi chiusi.

 


Le sequenze di scatti si susseguono veloci. Il flash della macchina fotografica è luce stroboscopica.

Lei è puro sesso……lui la possiede attraverso l’obiettivo, stampata bianco e nero verrà fuori una sequenza fotografica di incredibile sensualità.

Lui le si avvicina per scioglierle i polsi, lei gli si abbandona contro e gli sussurra nell’orecchio:

“Ora si va in disco”.

Il gioco è così e lei gioca bene.

La discoteca è sulle montagne dell’isola e le tipe rimediano un passaggio per tutti con l’aiuto di altri amici del posto.

 


Solita storia, tecno a palla, luci che sparano e drink che vanno giù uno via l’altro, tanto sono entrati gratis e i soldi vanno tutti in alcool. La bionda conosce il disc jokey, che deve essere un gran figo perchè lei ed una mora litigano, si insultano, ma la bionda la spunta e dopo un po sparisce e se lo porta nel cesso. Manfredi incassa e si fa un altro drink, non va sempre bene ma non gliene frega poi molto, è lì con gli amici e questa è la sostanza di quel viaggio.

 

 

E qui li colpisce la sfiga. Mentre ballano con impegno una nocca di Manfredi sfiora i denti di Hunk Tunk e quello rimane con mezzo incisivo in mano. Smoccola in aramaico mentre Manfredi guarda perplesso la finestra in bocca all’amico. Radunano gli altri due amici per tornare alla barca, ma una delle macchine con cui sono arrivati è della mora che, incazzata per non essersi fatta il disc jockey, è saltata su ed è tornata indietro. La bionda aspetta il disc jockey e delle altre non c’è traccia. Così degli sconosciuti li portano fino a Porto Ferraio e li mollano lì.

Sono le quattro di mattina, i nostri amici sono fatti fradici, stanchi ed infreddoliti. Marietto, l’astemio, si è ubriacato ed ha un mal di testa della madonna. Hank Trunk ha mezzo dente in bocca e mezzo in mano che sembra un personaggio di Samuel Delany, Manfredi lo guarda costernato e ancora non capisce come cazzo gli ha potuto rompere un dente sfiorandolo. Prezzola, un po più lucido degli altri, guarda l’orario dei bus per Porto Azzurro. C’è da aspettare la mattina.

Si accomodano come possono sulle panchine e provano a dormire. All’alba sono sfatti, indolenziti ed incazzati, i nervi a fior di pelle. Parlano poco mentre sorseggiano cappuccino caldo per scaldarsi. Il viaggio in corriera è silenzioso. Il tender è in acqua, ormeggiato ad una boa, e la marea è salita. I moccoli si sprecano ma riescono ad arrivare alla barca.

Si salpa.

Manfredi si mette al timone. Pian piano comincia a sentire l’acqua attraverso il legno che vibra sotto i piedi, le mani che colgono il vento sul timone, riacquista il senso del mare. Poggia. La barca sbanda dolcemente. Il sole gli scalda il viso ed il corpo stanco scompare, mentre da un punto poco sopra l’ombelico viene preso e trascinato dal vento di bolina.


Sorride…..rotta verso casa.

 

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