Tangerine Dream

L’elettronica è pura sperimentazione, è la possibilità di esprimere direttamente una sensazione attraverso dei suoni. La musica tradizionale si muove sul ritmo del battito cardiaco, l’elettronica è il respiro. Io almeno la vivo così e così la suonavo. Non ve lo avevo detto? Poco male. Con il gruppo suonavo punk, ma da solo viaggiavo con la mente nel cosmo. Zeit, il tempo….la follia del genio tedesco nel quale mi ero perso inseguendo l’immaginario. Suoni come colori stesi su un dipinto che va oltre le tre dimensioni.

Potete immaginare come stavo quel pomeriggio mentre andavo al concerto dei Tangerine Dream insieme ai miei amici, ma non potete immaginare come era Cindy.

Me l’aveva presentata pochi giorni prima Safia, la ragazza di uno dei gemelli in una uscita al buio.

Come è la tua amica?”.

Jaws”. Mi aveva risposto ridendo. Si erano entrambe mezze americane. Safia arabo-americana e Cindy franco_americana, studiavano tutte e due in una scuola madrelingua a Roma.

Uno squalo?”. Avevo fatto io perplesso pensando al film di Spielberg.

Vedrai, vedrai…”. E rideva ancora di più.

Senza tante storie le mandibole sono cadute a me, quando mi sono trovato davanti un pezzo di americana a cui non mancava proprio nulla, anzi ce n’era d’avanzo.

Alta, con lunghi capelli castani, due metri di gambe e un culo spettacolare.

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Ha gli occhi persi nei sogni e parla, parla, parla veloce ed io non capisco un cazzo. Poi mi fissa con malizia e so tutto. Ha già posato per Vogue, mi dice, ed io ci credo e come se ci credo.

Insomma sto andando a vedere i Tangerine con una donna bellissima che mi sta incollata addosso, non posso chiedere di più…non è vero…passatemi la canna.

Il Palasport è quasi pieno. In quel periodo la gente ha fame di musica e si fionda a qualsiasi concerto, così tanti sono lì senza neanche sapere chi sono andati a sentire. Rubo i commenti della gente.

Ma chi so questi?”

Bhoo…so tedeschi”.

Ma che musica fanno?”.

Fra poco lo sentite che fanno, penso tra me, e già mi immagino le facce.

Il Palco è scarno. Dietro le cataste degli amplificatori c’è un immenso telo argentato, davanti pile di computers. Noi ci sistemiamo per terra proprio al centro del palazzetto e cominciamo a chiacchierare e rollare.

Cindy mi parla in americano, io capisco la metà di quello che dice, ma fisso quelle labbra come se volessi rubare direttamente da lì il senso delle parole….le sorrido, in realtà la vorrei solo baciare. Lei lo sa, mi guarda con il suo sguardo malizioso, sorride a sua volta e continua a raccontarmi della scuola, dei suoi divorziati e di suo padre che vive a Parigi. Vuole scappare ed andare da lui.

Quando?” Le chiedo.

Domani”. Risponde lei. “Oggi voglio vedere il concerto”. E scoppia a ridere.

Io la bacio e lei ci sta.

Si spengono le luci….il concerto inizia. I tedeschi entrano, precisi da ingegneri e parte una nota profonda, rimane sospesa nell’aria e poi pian piano arrivano le altre, si sovrappongono e partono i sequencers. Fasci di luci colorate si puntano sul telo argentato e cominciano a danzare. È un tessuto che reagisce e si muove con la musica. I colori si mischiano in un incredibile effetto psichedelico e noi veniamo travolti da un muro di suono. La portante che attacca il diaframma mentre tutte le altre note rimbalzano impazzite nel cervello e noi ci perdiamo mentre fumiamo tutta la valle di Ketama.

La musica mi riempie le orecchie, Cindy i miei sensi. Cominciamo ad esplorarci seguendo il suono. Le bacio il volto pian piano e lei vibra. Poi tocca a lei. Mi lecca il collo…morde. Le mani sono ovunque.

Dimentichiamo tutto e tutti, ci siamo solo noi e la musica. L’elettronica ha un effetto devastante sulle percezioni, tutto è amplificato o forse è solo il desiderio, ma che importa…..non vi so dire neanche che pezzi hanno suonato i Tangerine. So solo che il tempo era sospeso, esistevamo solo noi adesso.

Ad un certo punto siamo come impazziti. Vogliamo di più, ma siamo in mezzo a migliaia di persone, non che ce ne freghi molto, ma…lei ha una tuta intera e non se ne viene a capo in un modo minimamente decente. La mie mani percorrono tutte le strade del cosmo finchè il suo cavallo è fradicio.

Tutti si alzano in piedi e noi con loro.

Lei mi guarda con gli occhi stravolti.

Tu non sei venuto”. Mi sussurra all’orecchio. Si gira e mi si poggia addosso. Poi inizia lentamente a danzare muovendosi a tempo con la musica dei Tangerine Dream. Alza le braccia al cielo, con le mani disegna arabeschi mentre balla e si strofina. Io le prendo i fianchi e ballo con lei.

La musica finisce ed io pure.

Il pubblico esplode in un applauso con fischi e grida. Chi ama i Tangerine Dream applaude loro…..gli altri, sulle gradinate, fischiano, ridono ed applaudono noi.

Torniamo con i piedi per terra e ci rendiamo conto che tutti quelli che erano sul campo del palazzetto dello sport si sono accalcati sotto il palco e noi siamo rimasti soli a ballare per il resto del pubblico. Ci guardiamo rossi in viso e sbottiamo a ridere.

Che concerto!

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